A L’Aquila, le recenti operazioni della Guardia di Finanza hanno portato alla confisca di beni da parte della Corte d’Appello, in seguito a irregolarità nella gestione di un contributo pubblico destinato alla ricostruzione dopo il terremoto del 2009. Al centro della vicenda c’è una società di capitale operante nel settore edilizio e il suo legale rappresentante, già coinvolti in un’indagine della Procura della Repubblica locale.
La confisca e le indagini
Nei giorni scorsi, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di L’Aquila è intervenuto su un provvedimento di confisca emesso dalla Corte d’Appello, conseguente a una sentenza ormai irrevocabile. Le investigazioni hanno avuto origine da un’indagine avviata per accertare la legittimità dell’erogazione di un contributo pubblico finalizzato alla ricostruzione degli edifici danneggiati dal sisma del 2009. Il contributo era destinato a un consorzio di aziende del capoluogo abruzzese, che avevano affidato i lavori a una società con sede a Roma.
Le Fiamme Gialle hanno così avviato un’analisi approfondita sul modo in cui erano stati gestiti i fondi pubblici, scoprendo anomalie nella documentazione presentata dalla società coinvolta. È emerso che il rappresentante legale della stessa aveva attestato falsamente di aver effettuato il pagamento di tutte le fatture scadute relative a fornitori e subappaltatori, un requisito essenziale per la liquidazione delle somme legate allo stato di avanzamento dei lavori . Secondo le normative vigenti, il pagamento di tali fatture è un presupposto previsto dall’articolo 11, comma 11-bis del D.L. 76/2013, convertito nella Legge n. 99/2013.
Responsabilità e procedure legali
Dalla raccolta di prove e testimonianze, è emerso un quadro chiaro di responsabilità a carico dell’amministratore della società. Questo fatto ha portato il personale delle Fiamme Gialle a deferire il rappresentante legale alla Procura della Repubblica per reati che rientrano nell’articolo 316 ter del codice penale, relativo all’indebita percezione di erogazioni pubbliche. Oltre a questo, anche la persona giuridica è stata coinvolta ai sensi dell’articolo 24 del D.Lgs. 231/2001, che si occupa della responsabilità amministrativa derivante da reato.
Dopo l’iter giudiziario, la Corte d’Appello di L’Aquila ha confermato la correttezza delle azioni intraprese dalla Guardia di Finanza, emettendo quindi un provvedimento che ha portato alla confisca di beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo che si aggira intorno ai 42.000 euro. Questo intervento ha avuto come obiettivo il recupero di risorse ottenute illecitamente e il ripristino della legalità.
Il ruolo della Guardia di Finanza
Le operazioni effettuate dalle Fiamme Gialle evidenziano il costante impegno e la determinazione della Guardia di Finanza nell’attività di vigilanza economica e finanziaria. Questi interventi si pongono come garanzia per la tutela delle risorse pubbliche, garantendo una gestione oculata dei fondi dell’Unione Europea, dello Stato e degli enti locali. Il lavoro svolto dalle Fiamme Gialle si colloca all’interno di un ampio contesto di collaborazione con le autorità giudiziarie, confermando la lungimiranza e la trasversalità dell’azione ispettiva in materia di spesa pubblica e prevenzione frodi.
Ultimo aggiornamento il 8 Novembre 2024 da Laura Rossi
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