Venerdì nero per chi utilizza bus, tram e metro per muoversi a causa dello sciopero nazionale di 24 ore indetto dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna “per il rinnovo del contratto nazionale (scaduto il 31 dicembre del 2023), per la
carenza di risorse, per la mancanza di politiche di programmazione, per la riforma del settore e per la salute e sicurezza sul lavoro”. Regolare invece il traffico sulla rete ferroviaria, con i dipendenti di Trenitalia, Italo e Trenord che non aderiscono alla protesta.
Nessuna fascia di garanzia
A rischio anche le tradizionali fasce di garanzia. Per la prima volta dopo quasi 20 anni l’agitazione non ha fasce orarie sicure per i viaggiatori. “A differenza dei precedenti scioperi – spiegano le organizzazioni sindacali – non si prevede, nel rispetto della legge 146 che regolamenta il diritto di sciopero e una volta sola nell’ambito della vertenza di rinnovo di un contratto nazionale, la garanzia totale del servizio nelle fasce orarie che tutelano la mobilità dei viaggiatori ma sarà garantito, durante le fasce orarie previste a livello locale, l’utilizzo del 30% del personale viaggiante e inoltre i servizi assolutamente indispensabili per la generalità degli utenti come collegamenti con porti e aeroporti nonché’ quelli specializzati di particolare rilevanza sociale quali trasporto dei disabili e scuola bus per materne ed elementari”. I sindacati hanno accolto le indicazioni della Commissione di garanzia sugli scioperi, che ha ricordato nei giorni scorsi che, pure in assenza delle fasce garantite, “dovranno essere garantiti agli utenti servizi minimi sulla base della normativa in vigore”. E ha invitato le sigle di categoria a “rispettare le norme”.
Landini: adesioni altissime: oltre il 90%
Per i sindacati lo sciopero in corso è un successo. “Abbiamo dati ottimi, con adesioni oltre il 90%”, comunica il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a margine della manifestazione per lo sciopero nel Tpl di fronte al ministero dei Trasporti a Roma, aggiungendo che all’incontro con la premier sulla Manovra verrà ribadita la richiesta di aumentare le risorse “assolutamente insufficienti per rinnovare il contratto”.
Da Roma a Milano, lo stop nelle principali città
Diverse da citta’ a citta’ le modalita’ della protesta, cosi’ come riportato sul sito ufficiale del Mit. I maggiori disagi sono attesi a Milano, Napoli e Roma.
- A Roma saranno garantite le linee A e B della metro (le metro B1 e C potrebbero restare direttamente chiuse), così come alcune linee di superficie da inizio servizio fino alle 8,30 e dalle 17 alle 20, e aderiranno con modalità simili anche le società del trasporto pubblico delle principali città, tra cui Napoli, Palermo e Venezia.
- A Milano l’Atm ha fatto sapere che saranno garantite le metro e alcune linee di superficie, ma solo da inizio servizio alle 8,45 e dalle 15 alle 18, mentre il servizio della M4 tra la fermata di San Babila e l’aeroporto di Linate sarà garantito per tutta la giornata.
- A Torino lo sciopero avrà ripercussioni su tutte le linee di metro, bus e tram gestite dalla Gtt e saranno garantite solo alcune corse dalle 6 alle 9 e dalle 12 alle 15.
- A Genova è previsto che il personale dell’Amt si astenga dal lavoro per l’intero turno, con indicativamente il 30% del servizio del trasporto urbano garantito sempre dalle 6 alle 9 e dalle 17,30 alle 20,30, e quello extraurbano dalle 6 alle 9 e dalle 17 alle 20.
- Anche a Napoli a rischio metropolitane, autobus e funicolari visto che non è stato annunciato un piano specifico per la fascia di garanzia del servizio. Eav non ha comunicato nulla, la Linea 1 della metropolitana, invece, gestita da Anm, effettuerà fermate soltanto in quattro stazioni.
Nella Capitale anche un presidio al Mit
In particolare, nella Capitale si svolge un presidio davanti al Mit, a Porta Pia, con la segretaria del Pd, Elly Schlein.
“E’ uno sciopero unitario, proclamato da tempo, contro l’inerzia delle associazioni datoriali e dei governi per le condizioni in cui versa il trasporto pubblico locale. Mentre non si vuole riconoscere alle lavoratrici e ai lavoratori una retribuzione che possa compensare la perdita del potere d’acquisto causata dall’inflazione, dal Governo non arriva risposta sul fondo nazionale del tpl che da 15 anni viene ridotto tra tagli diretti e mancati adeguamenti all’inflazione, con tutte le ricadute negative che quotidianamente lavoratori e pendolari affrontano: carenza di personale, vetture esauste e infrastrutture obsolete. Condizioni che alimentano l’esasperazione dell’utenza. A pagarne le conseguenze, con sempre maggior frequenza, è il personale che si ritrova vittima di aggressioni verbali e fisiche”. Sotto accusa, poi, i tagli nella manovra “ai finanziamenti per il completamento della metro C” e, osservano ancora, “si continua a non riconoscere nel fondo nazionale del tpl risorse adeguate alle reali esigenze di Roma, che riceve solamente 80 euro pro-capite rispetto ai 200 euro procapite della città di Milano. In tutto questo restano irrisorie le risorse aggiuntive per il Giubileo destinate al servizio di trasporto pubblico”.
Salvini: diritto allo saciopero, ma non si può bloccare l’Italia
“Sto seguendo minuto per minuto. Mi spiace che chi dice di rappresentare lavoratori e lavoratrici stia danneggiando milioni di lavoratori e lavoratrici, perché’ il diritto allo sciopero nessuno mette in discussione, però non puoi bloccare l’Italia senza garantire fasci di garanzia”, dichiara il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.
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