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revisori Mef, no dell’Abi. “Rischio incostituzionalità” #finsubito prestito immediato


Roma, 8 novembre 2024 – Stop all’ingresso dei controllori del Mef nelle aziende che ricevono contributi pubblici. Deroghe alla stretta sul turnover nella pubblica amministrazione. Scudo penale per i reati fiscali minori, quando il contribuente ha già regolato i conti con lo Stato. Cominciano a prendere corpo le modifiche alla manovra del Governo firmate dai partiti della maggioranza. Ieri, però, a tenere banco, c’è stata anche la memoria depositata dall’Abi, l’associazione dei banchieri, presso la Commissione Bilancio. Un documento corposo per spiegare che complessivamente «il maggior gettito derivante dal posticipo dell’utilizzo delle imposte anticipate è nell’ordine dei 4 miliardi».

Un rinvio che, afferma l’associazione, «comporta un costo per le banche». Ma non basta. Perché anche l’Abi punta l’indice contro la norma che porterebbe i funzionari del Mef nel collegio dei revisori dei conti per le imprese che ricevuto contributi pubblici, diretti o indiretti, oltre i 100mila euro. Contro la misura, che ha fatto parlare di «modalità Stasi» al vicepremier Antonio Tajani, si scaglia anche l’Abi che critica le «incertezze interpretative» della norma e rileva addirittura possibili profili di incostituzionalità nella previsione di contenimento di spesa da parte anche delle società private che hanno avuto sussidi. «Appare opportuno, per fugare ogni possibile dubbio, che la norma sia modificata escludendo espressamente dal suo perimetro applicativo tutti i soggetti privati», suggeriscono i banchieri.

Andrebbe poi stralciata l’obbligo per le società private sussidiate di attenersi alle misure di contenimento della spesa per l’acquisto di beni e servizi, un passaggio che «solleverebbe evidenti profili di incostituzionalità». Il governo, in realtà, sta già pensando di modificare la norma prevedendo, in primo luogo, un aumento della soglia minima dei contributi ma anche ritoccando il suo perimetro di applicazione. Tra i possibili interventi correttivi anche la revisione del limite di spesa del 75% per i nuovi ingressi di personale nella pubblica amministrazione: quasi certamente le forze dell’ordine dovrebbero essere escluse ma si dovrebbe anche ridurre la platea dei Comuni coinvolti. L’Anci ha già proposto un emendamento abrogativo della misura che chiede agli enti locali con più di 20 dipendenti di non spendere per le nuove assunzioni oltre il 75% di quanto impiegato per le uscite dell’anno precedente.

Possibili limature potrebbero arrivare anche sulla tassa sulle criptovalute che il governo potrebbe riparametrare in base alla permanenza dei bitcoin nel portafoglio in modo da premiare «l’investimento a lungo termine». Ma la discussione resta aperta anche su altri capitoli: dal taglio del canone Rai (da 90 a 70 euro) alla nuova rottamazione delle cartelle fino nuove norme sul Superbonus. Tutti i temi che saranno affrontati nel corso di un vertice del centrodestra previsto all’inizio della prossima settimana. La via per le modifiche parlamentari resta comunque stretta ed estremamente vincolata dalle indicazioni di rientro previste dal Piano strutturale di bilancio. Nel frattempo, dopo l’ottimismo espresso dal ministro Giancarlo Giorgetti sulle crescita, dal Mef vengono confermati i segnali «incoraggianti», a partire dal «calo dell’inflazione» ma anche la constatazione da parte della sottosegretaria all’Economia Lucia Albano che «l’obiettivo dell’1% (della crescita del Pil, ndr) non verrà centrato appieno». 



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