L’effetto Bce si fa sentire. I tassi di interesse sui mutui scendono ampiamente sotto il 4% a settembre e toccano i minimi dalla fine del 2022. La politica di ripetuti tagli del costo del denaro annunciata e portata avanti dalla Banca centrale europea nel 2024 ha spinto a settembre, ancor prima della più recente riduzione di ottobre scorso, il Taeg sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni al 3,82%, in deciso calo rispetto al 4,10% di agosto. Tranne il breve tuffo al 3,94% registrato a luglio, il tasso non scendeva sotto la soglia del 4% da gennaio del 2023, quando – in una china a suo tempo ascendente – arrivò al 3,95%. L’interesse richiesto a settembre di quest’anno rappresenta dunque il minimo dal 3,36% di dicembre di due anni fa.
A calcolare l’impatto del calo sono i consumatori che plaudono alla discesa e auspicano un altro taglio dei tassi entro fine anno, come lasciato peraltro intendere in più occasioni anche da diversi membri dell’Eurotower. Secondo il Codacons, in dieci mesi la diminuzione complessiva dei tassi sui mutui è stata di 1,1 punti, passando dal record del 4,92% di novembre 2023 al 3,82% di settembre. In termini assoluti, ipotizzando un finanziamento da 125mila euro a 25 anni, si tratta di un risparmio di circa 77,5 euro sulla rata mensile, pari a 930 euro in meno in un anno. Per l’Unione nazionale consumatori invece, considerando l’importo e la durata media di un mutuo, la riduzione dei tassi di settembre significa che la rata, per chi ha sottoscritto ora un mutuo a tasso variabile, scende, rispetto a un mese fa, di 20 euro al mese, pari a un risparmio su base annua di 240 euro. E la discesa potrebbe non essere finita. Non solo perché i mutui devono ancora inglobare il taglio dei tassi deciso da Francoforte ad ottobre, ma anche perché una nuova mossa antirecessiva dei banchieri centrali è attesa a dicembre.
Archiviato lo spettro inflazione, il timore è ora tutto per una stagnazione dell’economia europea nell’ultima parte dell’anno. Per questo le aspettative sono orientate ad un nuovo taglio, il quarto, che porterebbe i tassi sui depositi al 3%. Ad indicare la strada è stato recentemente anche il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che alla Giornata del risparmio ha richiamato l’attenzione sulla “fiacchezza dell’economia reale» e sul rischio di una discesa dell’inflazione sotto l’obiettivo del 2%. I dati sui mutui arrivano mentre sul fronte dei titoli di Stato si conferma l’interesse per il debito italiano, più volte evidenziato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il Tesoro ha infatti collocato oggi in asta 9 miliardi di Bot a un anno: la prima tranche da 7,5 miliardi con scadenza novembre 2025 e la terza tranche con scadenza il prossimo gennaio. In entrambi i casi la domanda è stata superiore all’offerta e i Bot per novembre hanno registrato tassi in calo al 2,695%.
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