IL CASO
Una sorta di tassa Giubileo per i pellegrini senza assicurazione sanitaria. Ma anche il finanziamento delle 3mila assunzioni chieste dal Campidoglio oppure maggiori risorse per il trasporto pubblico locale. Spulciando nella legge di bilancio, ecco spuntare parecchi emendamenti che riguardano Roma. Al momento nulla di definitivo, sia chiaro, dato che come noto la finanziaria sarà approvata a fine anno. Ma intanto si può iniziare a capire cosa bolle in pentola.
IL CONTRIBUTO
Partiamo dall’“assicurazione Giubileo”, proposta dal ministero della Salute. In sostanza, si prevede un contributo volontario di 50 euro per i pellegrini, necessario per usufruire di prestazioni sanitarie urgenti. Chi non verserà questa sorta di assicurazione, invece, in ospedale dovrà pagare le tariffa normale. Sono esclusi coloro che provengono da paesi con cui ci sono accordi in materia sanitaria, come quelli dentro l’Unione europea. Difficile però pensare che questa norma possa resistere fino in fondo. Come si legge nel parere del servizio normativo allegato al testo, infatti, l’iniziativa dà luogo a una serie di perplessità perché rischia di scontrarsi con le assicurazioni sanitarie che di norma sono associate ai viaggi extra-Ue. Un altro emendamento, questa volta a firma del deputato dem Claudio Mancini, punta invece a finanziare le 3mila assunzioni chieste dal Campidoglio in vista del Giubileo con 100 milioni l’anno per 2025, 2026 e 2027. Ingressi invocati a più riprese da Roma al governo per poter far entrare in primis vigili, ma anche personale amministrativo ed educativo. Altri emendamenti proposti dal Movimento 5 stelle puntano invece a incrementare i controlli sui b&b illegali durante l’Anno Santo, a rafforzare la sicurezza dei pedoni, la raccolta dei rifiuti e la lotta al degrado urbano. Per finire con un piano di assunzioni extra per le forze dell’ordine.
LE INIZIATIVE
Negli scorsi giorni invece erano state presentate varie proposte contro il taglio dei fondi alla metro C, che avrebbe impedito di realizzare le fermate Auditorium (al Flaminio) e Farnesina. Dopo quelli di Andrea Casu e Roberto Morassut (Pd) sono arrivati anche gli emendamenti dei capigruppo di Forza Italia Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, della leghista Simonetta Matone e un altro di Fratelli d’Italia. Tanto che giovedì lo stesso Gualtieri, durante la presentazione del terzo rapporto alla città, si è mostrato ottimista («se come pare sarà annullato il definanziamento della Metro C, potremo partire entro il 2025»).
Proprio sul fronte della mobilità, altri emendamenti bipartisan puntano invece a finanziare il Tpl, quello stanziato dallo Stato per coprire tutte le necessità del trasporto, su gomma e su rotaia . Sempre il sindaco durante il suo report alla città aveva denunciato come la Capitale «riceva un contributo pro capite per il trasporto pubblico pari al 44% di quello di Milano». Le iniziative del dem Casu e di Fratelli d’Italia – firmata da Tommaso Foti e dai coordinatori locali Marco Perissa (Roma) e Paolo Trancassini (Lazio) – hanno l’obiettivo di aumentare il fondo nazionale di un paio di miliardi da qui al 2032.
COSA CAMBIA
A cascata ne beneficerebbe anche Roma: nella Capitale arriverebbero tra 40 e 50 milioni di euro in più, destinati a crescere nel caso in cui passi la riforma del federalismo fiscale in discussione in Parlamento (ma in questo caso cambierebbero parecchi parametri). Oggi invece il Campidoglio riceve circa 240 milioni di euro sui circa cinque miliardi stanziati a livello nazionale ogni anno. Difficile immaginare quali di questi emendamenti possano superare la scure del voto finale oppure finire nel calderone delle proposte dimenticate. Quelli firmati dalla maggioranza hanno di certo più probabilità di successo: ma la storia della politica insegna che nelle notti di fine a dicembre, quando si lima la finanziaria, può succedere di tutto.
Gianluca Carini
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