Vertenza Abramo – I lavoratori ex Abramo chiedono, con una lettera aperta, maggiore chiarezza sul proprio futuro. Pubblichiamo integralmente la lettera indirizzata al nostro direttore.
Gentile Direttore,
Le scriviamo per portare alla luce una situazione che coinvolge circa 1.000 lavoratori della Abramo Customer Care in Calabria, una vicenda che merita attenzione per l’importanza sociale ed economica che riveste per la nostra regione. Mentre il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, è impegnato a garantire un futuro occupazionale stabile a questi lavoratori, c’è una realtà sconcertante che riguarda il tentativo di indirizzare una parte di essi, circa 300 dipendenti, verso una soluzione alternativa e meno tutelata.
Il piano di Occhiuto è chiaro: impiegare tutti i dipendenti della Abramo nel progetto di dematerializzazione della Pubblica Amministrazione, una commessa pubblica che verrebbe gestita da un’azienda privata. Questo permetterebbe di assicurare ai lavoratori condizioni occupazionali più stabili, con un progetto di ampio respiro che soddisfi esigenze pubbliche e garantisca una prospettiva solida nel tempo.
Tuttavia, alcuni sindacati e l’ombra oscura di qualche lobby, stanno inspiegabilmente cercando di deviare 300 lavoratori verso un’altra azienda privata, che si occuperebbe di una commessa esclusivamente privata e quindi soggetta alle fluttuazioni di mercato. È evidente che tale soluzione non offre le stesse garanzie e continuità lavorativa, né tantomeno le medesime tutele di cui i dipendenti potrebbero beneficiare con un progetto legato a una commessa pubblica.
Questa disparità di trattamento non è accettabile. Non si può pensare che una parte dei lavoratori debba rinunciare alla stabilità che deriva da un incarico con azienda privata e commessa pubblica solo perché si trova di fronte a decisioni sindacali non comprensibili. È chiaro che vi sono aziende che premono per avere accesso, anch’esse, ai finanziamenti e alle agevolazioni che deriverebbero dall’assumere lavoratori, preventivamente licenziati perché non esiste la possibilità di applicare una clausola sociale legale in quanto non sussistono le caratteristiche procedurali.
Chiediamo trasparenza e un impegno costante da parte delle istituzioni e dei sindacati non coinvolti per garantire che ogni dipendente della Abramo abbia pari diritti e opportunità lavorative, senza discriminazioni o deviazioni ingiustificabili. È il momento di attirare l’attenzione del pubblico per proteggere i nostri lavoratori, rispettando le loro necessità e mettendo al primo posto il loro futuro.
Ringraziando e in attesa di riscontro, porgiamo distinti saluti, i 300 lavoratori Abramo bistrattati.
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