C’è un modo poco conosciuto per andare in pensione a 64 anni anche se hai periodi scoperti da contribuzione. Vediamo come fare.
Sono tante le persone che, avendo iniziato a lavorare quando erano ancora molto giovani, hanno il desiderio di accedere alla pensione un po’ prima dei 67 anni stabiliti dalla legge Fornero nel 2011. Fino al 2010, infatti, era piuttosto semplice andare in pensione anche a 60 anni o addirittura prima. Dalla legge Fornero in poi è diventato quasi impossibile.
Esistono misure di pensione anticipata ma tutte chiedono di avere moltissimi anni di contributi: almeno 41 per fruire di Quota 41 la quale, comunque, si rivolge solo ad alcune categorie lavorative. La pensione anticipata ordinaria, invece, consente di lasciare il lavoro a qualunque età ma bisogna avere almeno 42 anni e 10 mesi di contributi se si è uomini o almeno 41 anni e 10 mesi nel caso delle donne.
Con Quota 103, invece – riconfermata dal Governo anche per il 2025 – si può andare in pensione addirittura già a 62 anni ma sempre con almeno 41 anni di contributi. Purtroppo non è facile raggiungere una soglia contributiva così elevata anche perché può succedere di avere vuoti di contributi per periodi di disoccupazione non indennizzata o per periodi svolti all’estero in Paesi in cui i contributi non vengono riconosciuti in Italia. Come fare? Un modo c’è ma pochi lo conoscono!
Ecco come uscire dal lavoro a 64 anni anche se ti mancano dei contributi
Vorresti uscire dal lavoro un po’ prima di quanto previsto dalla legge Fornero ma ti mancano dei contributi? Questo ora non sarà più un problema. C’è un modo per accedere alla pensione già a 64 anni anche se hai dei vuoti contributivi dovuti a varie ragioni. Ma affettati: la misura potrebbe non essere riconfermata!
Come fare se, per un motivo o per un altro, si hanno dei vuoti di contributi ma, al tempo stesso, si vorrebbe accedere alla pensione un po’ prima? Per il biennio 2024-205 il Governo di Giorgia Meloni, in via sperimentale, ha introdotto la “pace contributiva”. In pratica si possono riscattare – pagando di tasca propria – fino a 5 anni di contributi. I contributi, tuttavia, devono essere tutti successivi all’inizio del lavoro: non si possono riscattare, ad esempio, gli anni di studio se non si lavorava.
Non è necessario riscattarne per forza 5: se ne possono riscattare anche meno, in base alle proprie necessità. La cosa interessante è che il riscatto può anche essere pagato a rate. Infatti è possibile riscattare i contributi pagando fino a 60 rate il cui importo deve essere pari almeno a 30 euro cadauna.
Pertanto, con questo sistema, si può uscire dal lavoro anche a 64 anni anziché aspettare fino a 67 riscattando gli anni contributivi che mancano al raggiungimento dei requisiti richiesti per fruire, ad esempio, della pensione anticipata ordinaria o di Quota 103.
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