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Rivalutazione delle pensioni, buone notizie per chi smette di lavorare nel 2025 — idealista/news #finsubito prestito immediato


Buone nuove in arrivo in tema previdenziale, almeno per chi smetterà di lavorare nel 2025. L’Istat, attraverso la nota prot. 2545394/2024 pubblicata sul sito del Ministero del Lavoro, ha comunicato il valore del tasso annuo di capitalizzazione ai fini della rivalutazione dei montanti contributivi relativamente all’anno 2024. Questo si tradurrà in una rivalutazione per le pensioni per coloro che lasceranno il mondo del lavoro a partire dal 1° gennaio 2025.

Rivalutazione per chi va in pensione nel 2025

Nello specifico, quindi, chi andrà in pensione a partire dal 1° gennaio 2025 potrà beneficiare di un adeguamento di oltre il 3,6%. Si tratta di un dato in sostanziale aumento rispetto al 2,3% dello scorso anno. Questo perché il tasso medio annuo composto di variazione del prodotto interno lordo nominale, nei cinque anni precedenti il 2024, è risultato pari a 0,036622 e, pertanto, il coefficiente di rivalutazione è pari a 1,036622. 

Il tasso in questione viene preso come parametro per rivalutare il montante acquisito al 31 dicembre 2023 per i lavoratori iscritti alle gestioni della previdenza pubblica obbligatoria dell’Inps, la cui decorrenza della pensione sarà compresa tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2025. La rivalutazione in questione, infatti, non interviene sui contributi versati nell’anno precedente la decorrenza della pensione (nel 2024, in questo caso) né per quello di pensionamento (2025). 

A titolo esemplificativo, gli esperti di Pensioni Oggi hanno spiegato che per un montante contributivo di 100.000 euro al 31 dicembre 2023, il valore sarà di 103.662, con un aumento che ne scaturisce di 3.662 euro.

Le novità per la pensione contributiva

Il meccanismo della rivalutazione che sarà in vigore per chi va in pensione nel 2025 prevede che i nuovi parametri scattino per il calcolo delle pensioni con il sistema contributivo, ovvero per i trattamenti per i quali l’importo della pensione è pari a una percentuale di tutti i contributi versati durante l’intera attività lavorativa (33% della retribuzione percepita per i lavoratori dipendenti e collaboratori; 24 o 25% per i lavoratori autonomi). 

Per le pensioni che vengono calcolate con il sistema retributivo, quindi, il totale dei contributi rivalutati annualmente per il coefficiente di capitalizzazione forma il montante contributivo. La rivalutazione è preponderante per chi ha meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 o per chi ha contributi versati a partire dal 1° gennaio 1996 in poi, visto che per queste categorie di lavoratori tutta la pensione (o quasi) sarà calcolata con le regole del sistema contributivo. 

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Viceversa, l’impatto della rivalutazione è meno evidente per chi ha totalizzato 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, in questo caso il calcolo contributivo si applica solo a partire dal 1° gennaio 2012. Inoltre, come già anticipato, la rivalutazione delle pensioni 2025 non scatta per chi è già uscito dal mondo del lavoro alla data del 31 dicembre 2024.

A cadenza annuale è prevista poi l’applicazione di uno specifico tasso di adeguamento all’inflazione per il valore di ciascun montante individuale, influenzando direttamente l’importo delle future pensioni nel sistema contributivo.



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