I big della finanza cavalcano la crescita dei fondi green, sostenibili, etici, ma a volte inciampano nel greenwashing. È il caso di Vanguard Investments Australia, multata il 25 settembre dall’agenzia garante australiana (Australian Securities and Investments Commission) per 12,9 milioni di dollari per aver diffuso informazioni fuorvianti riguardo ai criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) applicati ai propri investimenti. Mai in Australia era stata inflitta per greenwashing una multa così alta.
La vicepresidente dell’ASIC, Sarah Court, ha dichiarato: “Si tratta di una decisione importante e la sanzione è la più alta mai comminata per una condotta di greenwashing. Il greenwashing è una seria minaccia all’integrità del sistema finanziario australiano e rimane una priorità per l’ASIC”.
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I protagonisti
The Vanguard Group è una società consulente d’investimenti statunitense con filiali in tutto il mondo e asset superiori agli 8 mila miliardi di dollari. Insieme a BlackRock e State Street rappresenta, nel bene e nel male, il gotha della finanza globale. E qui parliamo del malte.
A puntare il dito contro l’attività del gruppo è stata l’Australian Securities and Investments Commission (ASIC), l’ente regolatore dei mercati finanziari, delle imprese e dei crediti ai consumatori. “Quando viene individuata una potenziale cattiva condotta di greenwashing, interveniamo per prevenire danni agli investitori e ai consumatori e per mantenere l’integrità del mercato”, spiega la Commissione. L’ASIC ha il compito di mantenere l’integrità del sistema finanziario, assicurando che le informazioni siano accessibili e promuovendo la partecipazione informata di investitori e consumatori. Insomma la Commissione garantisce il corretto e trasparente funzionamento dei mercati finanziari, economici, assicurativi.
Il fondo di Vanguard incriminato, basato sull’indice Bloomberg Barclays MSCI Global Aggregate SRI Exclusions, affermava di escludere imprese emittenti in settori controversi, come quello dei combustibili fossili.
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Il motivo della multa per greenwashing
L’ASIC ha rilevato che Vanguard ha promosso in modo ingannevole un fondo come “etico” nonostante il 74% delle sue attività non fosse conforme ai criteri ESG dichiarati. La sanzione, la più alta mai inflitta per greenwashing in Australia, “intende scoraggiare altre aziende dall’usare affermazioni ambientali fuorvianti”.
Le affermazioni scorrette sono state fatte in una serie di comunicazioni pubbliche, tra cui:
– 12 dichiarazioni informative sui prodotti;
– un comunicato stampa;
– dichiarazioni pubblicate sul sito web di Vanguard;
– un’intervista di Finance News Network su YouTube;
– una presentazione a un evento per gestori di fondi di Finance News Network pubblicata online.
Spiega ancora la vicepresidente dell’ASIC: ”Vanguard ha ammesso di aver ingannato gli investitori dicendo che questi fondi sarebbero stati controllati per escludere gli emittenti obbligazionari con attività commerciali significative in alcuni settori, tra cui i combustibili fossili, mentre non sempre era così. È essenziale che le società non dichiarino in modo fuorviante che i loro prodotti o le loro strategie di investimento sono rispettosi dell’ambiente, sostenibili o etici. L’entità della sanzione dovrebbe inviare un forte messaggio dissuasivo ad altri operatori del mercato, invitandoli a rivedere attentamente qualsiasi dichiarazione di investimento sostenibile”.
Il giudice federale Justice O’Bryan ha aggiunto che “le violazioni di Vanguard devono essere considerate gravi. Le false dichiarazioni riguardavano la principale caratteristica distintiva del Fondo, ossia le sue caratteristiche ‘etiche’”. Vanguard, spiega il giudice, ha sviluppato e promosso il Fondo in risposta alla domanda del mercato di fondi d’investimento etici e sostenibili. “Con la sua condotta ingannevole, ha travisato le caratteristiche ‘etiche’ del Fondo. Circa il 74% in valore dei titoli non sono stati studiati o vagliati in base ai criteri ESG applicabili”. Il gruppo, continua il giudice, non solo ha ingannato gli investitori, con pratiche commerciali scorrette, ma ne ha anche guadagnato in reputazione: “Le false dichiarazioni hanno rafforzato la capacità di Vanguard di attrarre investitori nel Fondo e la reputazione di Vanguard come fornitore di fondi d’investimento con caratteristiche ESG, rispetto a quanto sarebbe accaduto se Vanguard avesse comunicato con precisione le limitazioni dello screening ESG e l’esposizione del Fondo agli emittenti impegnati nei settori esclusi”.
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