di Mario Tassone* dalla Redazione Politica per il Quotidiano l’Italiano
ROMA – Periodicamente vengono alla luce fatti di illegalità da parte di persone dell’apparato dello Stato e di “ imprese” private gestite da ex dipendenti pubblici, che sono entrati illegalmente nelle banche dati e nei siti istituzionali e di molti cittadini.
Sarebbero centinaia di migliaia le “spiate” e i”dossieraggi”.
Un fenomeno gravissimo che evidenzia la sostanziale assenza di sicurezza e di privacy.
Il Legislatore ha prodotto norme che hanno previsto filtri stringenti per ridurre le violazioni della sfera privata e ha istituito l’Autorita’ per la privacy con costi enormi.
Alcuni responsabili di questo “traffico”illegale sono stati individuati.
Un sottufficiale della guardia di finanza in servizio presso la Procura Nazionale Antimafia sarebbe entrato in centinaia di migliaia di profili.
Mi sembra assurdo che un solo “operatore“ abbia utilizzato i codici di acceso per anni senza che ci sia stato alcun controllo. E’lui solo il responsabile o ci sono altre responsabilità volutamente tenute “coperte”?E’lui solo ad avere interesse ?Ha dell’inverosimile che tutto questo sia avvenuto all’interno della Procura Antimafia una … iperbole…
Fino ad oggi non sono stati individuati altri responsabili. Cafiero de Rao, vice presidente della Commissione Antimafia, parla attraverso interviste e conferenze stampa, come il suo collega di Movimento 5 Stelle Scarpinato, pure lui componente l’Antimafia, senza dare nessun contributo alle indagini circa le responsabilità e possibili complicità, essendo stato a capo della Procura Antimafia, dove, ripetiamo, operava l’appartenente alla Guardia di Finanza, che ha utilizzato illegalmente i codici in suo possesso.
In questi giorni non sono mancate notizie di migliaia di accessi illegali da agenzie private gestite da ex poliziotti.. Fatti diffusi non episodi, che minano la credibilità del Paese. Il Presidente del Consiglio,il ministro della difesa seguiti dal ministro dell’Interno denunciano che gli intercettati sono quelli di destra.
Una pochezza disarmante,una visione egoistica avvilente.
Non si ha contezza della debolezza degli apparati di sicurezza del Paese.
Una miseria,una fuga dalle responsabilità.
Negli anni ‘60 scoppiò lo scandalo del SIFAR, il servizio segreto militare di allora, che illegalmente aveva raccolto migliaia di fascicoli.
Fu deciso che il Parlamento dovesse essere messo in condizione di controllare i servizi di informazione.
Fu creato il Copaco prima e successivamente il Copasir .
Ma ai due comitati non sono stati dati gli strumenti effettivi di controllo nemmeno sul quantum dei costi dei servizi. Tutto è segreto anche le eventuali violazioni di legge da tutti i punti di vista.
Si era tentata concretamente una riforma tra il ‘92-94 con Gerardo Chiaromonte e Pecchioli Presidenti del Copaco,Io ero segretario, ma non se ne fece nullla per la fine prematura della legislatura.
La riforma che cambiò il Copaco con il Copasir è stata una modifica nominalistica con un ruolo più marcato della Dis rispetto al Cesis. Sostanzialmente tutto come prima.
E’stata varata l’Agenzia per cybersicurezza affidata al bravo prefetto Bruno Frattasi. E’ uno strumento valido ma il problema è politico.
Con un Parlamento dimezzato e la politica in crisi ogni controllo di legalità è impossibile.
L’Autorita’ delegata per i servizi è affidata ad Alfredo Mantovano,sottosegretario alla presidenza del consiglio e segretario del Consiglio dei Ministri.
Montavano e’ serio e bravo ma non può moltiplicare il tempo e quindi ai servizi non può dedicare lo spazio necessario.
L’Autorita’delegata dovrebbe essere affidata a un apposito ministro.
Luciano Violante ha detto che quanto sta avvenendo prefigura un terzo Stato.
Se lo dice il presidente Violante bisogna crederci!
Cosa si fa?: si viola e si lascia violare la Costituzione o c’è una presa di coscienza per ripristinare le regole della democrazia continuamente violate, soprattutto da chi ha responsabilità di guidare il Paese?
Mario Tassone*
Mario Tassone, segretario nazionale nCDU politico italiano, segretario nazionale del partito da lui fondato: il Nuovo CDU. È stato sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel governo Fanfani V, sottosegretario di Stato al Ministero dei Lavori Pubblici nei governi Craxi I, Craxi II e Fanfani VI e viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nei governi Berlusconi II e Berlusconi III.
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