Una complessa truffa legata ai bonus edilizi ha coinvolto dieci persone, accusate di aver utilizzato crediti fiscali falsi per ripulire denaro attraverso società cartiere. Le indagini hanno rivelato un sistema ben organizzato, in cui gli indagati svolgevano ruoli specifici per ingannare l’Agenzia delle Entrate e ottenere ingenti profitti.
Gli indagati attestavano falsamente l’esecuzione di lavori di ristrutturazione, come il rifacimento di facciate o interventi di efficientamento energetico, dichiarando di voler cedere il credito d’imposta. Questi crediti, inesistenti, venivano poi trasferiti a conti correnti aperti presso Poste Italiane. Successivamente, i fondi venivano indirizzati verso società cartiere, alcune delle quali con sede in Cina, per completare il processo di riciclaggio del denaro.
L’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Porto Cesareo ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di dieci persone, tra cui Raffaele Sperti, Antonio Cappello e altri residenti nei comuni di Carmiano, Leverano e Lecce. Il giudice per le indagini preliminari, Angelo Zizzari, ha disposto un sequestro preventivo per equivalente di beni e conti correnti per un valore superiore a 917mila euro. Nonostante le contestazioni iniziali, l’accusa di associazione a delinquere è stata poi esclusa dal fascicolo.
L’avvocato Simona Rizzo, pubblico ministero incaricato, ha avanzato richieste di misure cautelari, che sono state tuttavia respinte. Le indagini continuano, mentre gli esperti legali cercano di delineare ulteriori sviluppi del caso.
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