Molto spesso, quando due colleghi accedono alla pensione nello stesso periodo quello che si va a confrontare è l’importo dell’assegno spettante. Perchè quello del collega è più alto anche se gli anni di contributi versati sono gli stessi? Le motivazione possono essere molteplici.
Nella pensione i calcoli che determinano l’importo dell’assegno sono piuttosto complicati e per chi ha contributi versati prima del 1996 si attuano due calcoli distinti: il retributivo fino al 1996 o fino al 2011 e il contributivo per i contributi versati successivamente.
Per la quota contributiva, inoltre, è determinante anche l’età di accesso alla pensione per la quale si applica il coefficiente di trasformazione che è tanto più conveniente quanto è più alta l’età di accesso.
Pensione del collega più alta, perchè?
Facciamo l’esempio di due colleghi che accedono alla pensione entrambi nel 2028 con lo stesso numero di anni di contributi, uno ha 61 anni, uno ne ha 64. Il lavoratore di 64 anni ha una pensione più alta di quasi 300 euro, da cosa dipende?
Il calcolo della pensione si basa su diversi fattori primo fra tutti, per la quota contributiva, l’età di accesso alla pensione che determina il coefficiente di trasformazione da applicare al montante contributivo per il calcolo dell’assegno spettante. A 64 anni, infatti, il coefficiente di trasformazione è maggiormente conveniente rispetto a quello applicato a 61 anni e già questo determina, a parità di contributi versati, una pensione più alta.
Poi bisogna valutare, per entrambi i lavoratori, quanti anni di contributi ricadono nel sistema retributivo, che è notoriamente più conveniente. E’ probabile, quindi, che il lavoratore con 64 anni abbia iniziato a lavorare prima di quello di 61 anni collocando qualche anno in più nel sistema retributivo e anche questo contribuisce a fargli avere una pensione più alta.
Mansione svolta, retribuzione e straordinari
Anche se si lavora per lo stesso datore di lavoro, poi, potrebbe cambiare l’inquadramento e il livello del lavoratore. Questo incide anche sulla retribuzione e a fronte di una retribuzione più alta si versano contributi più elevati, che danno luogo a un assegno più alto.
Da tenere conto, poi, che per la quota retributiva della pensione è determinante la retribuzione al momento della cessazione del servizio: se il lavoratore con 64 anni ha un’anzianità contributiva presso l’azienda più alta è probabile anche che abbia uno stipendio più alto che nel conteggio della quota retributiva risulta più conveniente.
In ultimo devono essere considerati anche gli eventuali straordinari svolti perchè anche questi sono assoggettati al versamento dei contributi. Le variabili sono talmente tante che per due lavoratori che svolgono lo stesso mestiere è quasi impossibile che spetti la stessa pensione.
Da sottolineare, infine, che la pensione liquidata al momento della richiesta rimane la stessa per tutta la vita (tranne che per la perequazione annuale): se si accede a una pensione anticipata non esiste un ricalcolo al momento del raggiungimento dei 67 anni (accade solo con l’Ape sociale).
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