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Ha truffato oltre 70 persone vendendo auto che aveva preso a noleggio: condannato a 8 anni – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


Un imbroglio dal valore di almeno 800 mila euro, nel quale erano cascate decine e decine di persone, quello architettato da Alessio Spiaggia, che oggi ha appena 30 anni: noleggiava macchine, le reimmatricolava e poi le faceva acquistare ad ignari clienti, all’insaputa ovviamente anche dei veri proprietari. Per l’imputato adesso la condanna a 8 anni di carcere, rimediata con il rito abbreviato, è diventata definitiva.

La maxifrode con l’Iva e l’insospettabile imprenditore cresciuto da un killer e vicino ai boss

La seconda sezione della Cassazione, presieduta da Giovanna Verga, ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso col quale Spiaggia chiedeva uno sconto di pena e lo ha anche condannato a versare 3 mila euro alla Cassa delle ammende. Erano circa 70 le parti civili che si erano costituite nel processo di primo grado, conclusosi il 16 dicembre del 2022 davanti al gup Annalisa Tesoriere, che aveva inflitto all’imputato 8 anni e 7 mesi. La Corte d’Appello l’aveva poi ridotta appunto a 8 anni.

Noleggiava auto, le reimmatricolava e poi le rivendeva: arrestato

E’ proprio questa seconda sentenza, emessa il 12 dicembre dell’anno scorso, che è stata impugnata da Spiaggia, perché riteneva di aver diritto ad una riduzione della pena in virtù, tra l’altro, di un “apprezzabile contributo offerto alle indagini ed all’ampia collaborazione con gli inquirenti, con riferimento alla confessione resa in relazione ad alcuni fatti per i quali non era all’epoca neppure indagato”.

“La truffa come strumento di lavoro”

Argomenti che la Cassazione ha ritenuto però infondati, giudicando priva di vizi la sentenza d’appello in cui i giudici avevano stigmatizzato come “Spiaggia aveva fatto delle truffe, dei falsi in atti e degli autoriciclaggi dei veri e propri strumenti di lavoro, dei quali si serviva in modo seriale e sistematico, anche dimostrando spregiudicatezza manipolatoria”. Inoltre l’imputato “aveva commesso condotte illecite anche dopo che gli era stata applicata la misura cautelare e non aveva fornito alcuna indicazione sulla destinazione del denaro provento dei commessi reati”.

Per la Suprema Corte è stato corretto non concedere le attenuanti generiche anche per le “modalità della condotta, l’intensità del dolo e la gravità dei fatti commessi, fonte di danni economici per un elevato numero di persone offese”. Nella sentenza si sottolinea inoltre che Spiaggia “aveva resto le proprie ammissioni in modo progressivo e perfino calibrato, cioè adeguandosi al percorso di emersione dei dati nell’evoluzione dell’indagine”.

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La Maserati Levante, la Audi e l’arresto

L’imputato era stato arrestato il 4 novembre del 2021, sulla scorta delle indagini della guardia di finanza di Bagheria, coordinate dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Giacomo Brandini e Giorgia Spiri. I clienti di Spiaggia, come ricostruito dagli inquirenti, erano convinti di fare l’affare della loro vita, acquistando finalmente la macchina dei loro sogni – tra cui anche una Maserati Levante e diverse Audi di grossa cilindrata – ma alla fine si erano ritrovate senza nulla e con il portafoglio alleggerito anche di diverse decine di migliaiai di euro.

Il metodo collaudato e le decine di vittime

Dopo essere finito ai domiciliari, Spiaggia aveva violato le prescrizioni e aveva truffato banche e società finanziarie, per cui era finito in carcere. Come ormai accertato dai giudici, l’imputato usava sempre lo stesso metodo: noleggiava le auto nei prinicipali aeroporti dell’Isola, ma anche a Roma, Napoli e Torino, e attraverso una serie di atti falsi di vendita le reimmaticolava a suo nome o a nome di due sue società di mediazione, infine le rivendeva a concessionarie e privati, intascando i soldi a scapito delle vittime della truffa. Una settantina di loro, con l’assistenza, tra gli altri, degli avvocati Matteo La Barbera e Maurilio Panci, si erano costituite parte civile e in primo grado il giudice aveva disposto un risarcimento medio di 1.900 euro a testa. 



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