Prato, 18 novembre 2024 – Inizio settimana con un focus sulla crisi della moda. L’occasione arriva dalla convocazione da parte del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, del tavolo di confronto sulla situazione del comparto moda in Regione con associazioni di categoria e sindacati.
Un confronto che segue alla grande manifestazione dei lavoratori del comparto, che ha richiamato la scorsa settimana a Firenze oltre 2mila lavoratori del settore pesantemente colpito dal perdurare delle difficoltà con ricadute anche sull’occupazione. Una manifestazione regionale, indetta dai sindacati confederali toscani, con sciopero per i lavoratori dell’area fiorentina e presidio per gli altri provenienti anche da Prato e da altre realtà.
Alla vigilia dell’importante incontro (è fissato in Regione alle 9 di questa mattina), la Cgil lancia l’allarme, partendo dalla considerazione che “il rapporto della Banca d’Italia sulle economie regionali, pubblicato nei giorni scorsi, riporta cifre preoccupanti sull’andamento di un settore strategico per il Made in Italy e per la nostra regione”.
La grande manifestazione del distretto della moda
Dati secondo i quali nel 2024 “la flessione dell’attività industriale si è intensificata” specialmente per le imprese più piccole e nel comparto della moda con una forte frenata anche negli investimenti. “Secondo le stime dell’Irpet, inoltre, la produzione industriale è scesa del 4,9% nel primo trimestre del 2024 e del 3,8% nel secondo trimestre – scrive la Cgil Toscana – . Nei primi 9 mesi dell’anno le ore autorizzate di Cig e dei Fondi di Solidarietà sono aumentate del 214% nella produzione di pelli, cuoio e calzature, del 159% nell’abbigliamento e del 177% nel tessile”.
Una situazione per la quale i lavoratori scesi in piazza il 12 novembre scorso hanno chiesto al Governo un’estensione degli ammortizzatori sociali. Una misura urgente da prendere quanto prima a fronte di una situazione emergenziale. Fabio Berni della segreteria Cgil Toscana, sottolinea come in occasione della manifestazione fiorentina i lavoratori abbiano chiesto al Governo anche “una definizione di politiche industriali per salvaguardare il lavoro e le competenze di un settore determinante per l’economia nazionale che in regione occupa oltre 110mila addetti”.
Per Berni, infatti “è assurdo e irresponsabile che su un tema determinante come quello dell’estensione degli ammortizzatori sociali di cui si parla da quasi un anno e che ha visto il governo emanare un decreto (in ritardo e contenente misure ampiamente insufficienti) soltanto alla fine di ottobre, non si sia ancora a nulla e risulti ancora inutilizzabile per mancanza di circolari e direttive”.
Ciò che preoccupa i lavoratori e le lavoratrici della filiera è anche “la tutela dei livelli occupazionali da parte delle imprese della filiera attraverso un’equilibrata gestione degli ordinativi, politiche di forte contrasto all’illegalità e allo sfruttamento lavorativo, la qualificazione e il tracciamento della filiera nonché la corretta applicazione contrattuale, l’individuazione dei fabbisogni formativi e delle relative iniziative di formazione, il supporto ai processi di aggregazione e di innovazione, strumenti di sostegno finanziario ai lavoratori in difficoltà”.
Tutti argomenti che saranno discussi al tavolo di confronto odierno in Regione per individuare “misure utili a superare la drammatica situazione dell’intera filiera”.
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